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Sestriere: Bruno Gambarotta show a Casa Olimpia in occasione della presentazione del nuovo libro

Tutta la verve, lo spirito, la saggezza e la spontaneità di un personaggio colto e brillante come Bruno Gambarotta, ha trasformato la presentazione del suo nuovo libro “Ero io su quel ponte. Il crollo del 31 maggio del 1939. XVII era fascista” in...
Data:

13 agosto 2019

Tempo di lettura:

4 min

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Tutta la verve, lo spirito, la saggezza e la spontaneità di un personaggio colto e brillante come Bruno Gambarotta, ha trasformato la presentazione del suo nuovo libro “Ero io su quel ponte. Il crollo del 31 maggio del 1939. XVII era fascista” in uno show a tutto campo a Casa Olimpia Sestriere.

Presenti il sindaco Valter Marin, il vicesindaco Gianni Poncet e la consigliera Manuela Tedeschi Ruspa che hanno ringraziato Gambarotta per aver scelto Sestriere per la presentazione del suo libro tenutasi lunedì 12 agosto 2019.

A condurre l’incontro è stato il giovane Pietro Ruspa che ha incalzato l’autore con una serie di domande a partire dalla definizione di “scrittore artigiano”. Gambarotta ha spiazzato tutti attribuendola al correttore ortografico che ha trasformato lo “scrittore astigiano” in “scrittore artigiano” così poi come è uscito sul quotidiano La Stampa per cui ha collaborato per una vita. Di qui ha preso spunto raccontando che ha adottato questa definizione perché “scrivere è un po’ come fare l’artigiano” in quanto, proprio come i pezzi di un manufatto, anche i testi vanno composti con cura e sapienza a seconda del contesto, della platea, delle situazioni.

Astigiano di famiglia, si è trasferito per lavoro iniziando come giornalista a Torino, divenuta la sua amata città. Gambarotta ha raccontato come le Olimpiadi Invernali del 2006 abbiano trasformato, agli occhi del mondo, l’immagine del capoluogo piemontese, e dell’intera Regione, da insediamento industriale ad eccellenza turistica. Una terra ricca di storia, arte, cultura, borghi incantevoli, città d’arte il tutto collegato da un’inimitabile tradizione enogastronomica. Un aspetto rimasto a lungo confinato che ha un grande potenziale ancora tutto da scoprire dalla maggioranza dei turisti stranieri.

Riguardo al suo rapporto con Sestriere, Gambarotta ha detto...
“Da ragazzo, nei primi anni del dopoguerra, vivevo ad Asti. Per me parlare di Sestriere era come parlare del Polo Nord o Las Vegas, era un posto lontanissimo… La prima volta che sono arrivato qui ero in gita, in estate, ed ho scoperto che esisteva veramente e che era abbastanza a portata di mano. Ricordo che poi sono tornato nel 1957 come fotografo ad un congresso di pubblicitari… ma nulla più sino ai tempi delle olimpiadi. Sono tornato proprio qui a Casa Olimpia per condurre incontri culturali, un’attività parallela ai giochi, non mi sono mai fermato a soggiornare ero sempre scorrazzato con La Stampa su e giù da Torino. Io sono completamente ancorato a Torino, sono un animale torinese a tutti gli effetti. I miei luoghi di ispirazione sono sempre stati le anticamere del dentista, del medico della mutua, la posta. Quando io vado alla posta lo faccio quando c’è tanta gente per sentirli parlare e trarre ispirazione. Anche per venire qui a Sestriere ho preso il treno e poi l’autobus che per me è il mezzo giusto per captare i pensieri delle gente comune. Adesso purtroppo tutto questo sta tragicamente mutando. La gente non parla più neppure in questi luoghi, sono tutti ricurvi che leggono sulla tavoletta. Che tristezza!”
Entrando nel merito della presentazione, Gambarotta ha sgomberato il campo ad ogni forma di accostamento del suo libro alla recente tragica vicenda del ponte Morandi a Genova. Gambarotta ha spiegato che l’ispirazione di scrivere un libro sul crollo del ponte di Moncalieri gli frullava in testa da almeno un decennio e che il testo è stato sottoposto all’editore e lavorato per andare in stampa molto tempo prima di quel tragico del 14 agosto 2018.

Nel suo nuovo libro Gambarotta, scrittore e giornalista nonché apprezzato personaggio televisivo e radiofonico, ripercorre con la sua penna ironica la vicenda del crollo del ponte di Moncalieri, attraverso il racconto e le testimonianze raccolte nel tempo.

Il libro. “Ero io su quel ponte. Il crollo del 31 maggio del 1939. XVII era fascista”, 200 pagine, Manni Editore è in vendita on line al prezzo di 15 euro sul sito http://www.mannieditori.it/libro/ero-io-su-quel-ponte.

La storia. Mercoledì 31 maggio 1939, ore 14.15, crolla il Ponte di Moncalieri. Sono trascorse appena due settimane da quando ci è passato sopra Mussolini, è una via strategica perché consente agli abitanti della cittadina piemontese, 21.000 anime, di arrivare a Torino e al Lingotto, dove in tanti lavorano. È una strada molto trafficata, e negli ultimi anni dal letto del fiume Po che il ponte sovrasta viene prelevata la sabbia che serve al rifacimento di via Roma, una delle principali di Torino. Da alcuni mesi il ponte lancia ripetuti segnali d'allarme, e infatti in quel momento il transito di veicoli è bloccato; ma non quello di pedoni e biciclette. Nel crollo muoiono in nove - il più giovane, Giovanni, ha quattordici anni -, altri cinque restano feriti; alcuni cadaveri saranno recuperati soltanto ad agosto, perché è troppo pericoloso avviare le ricerche. Bruno Gambarotta ricostruisce la vicenda, con i suoi risvolti drammatici e quelli grotteschi, attraverso le pagine dei giornali dell'epoca e i documenti delle autorità, ascoltando i testimoni sopravvissuti, e dando voce alle vittime che, come in Spoon River, tornano per raccontare in prima persona la loro storia. La rievocazione di questa tragedia, grazie alla penna ironica di Gambarotta, diventa un vero romanzo corale sulla storia, sulla fatalità, sull'incrocio dei destini.

Ezio Romano | ufficio stampa Comune di Sestriere

A cura di

Ultimo aggiornamento pagina: 13/08/2019 10:48:04

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